lunedì 13 agosto 2012

LA VIA VANDELLI

LA VIA VANDELLI

 Appassionati come siamo di strade - antiche o recenti che siano - volevamo parlare di una antica e molto particolare strada di comunicazione che nel XVIII° secolo.
Venne costruita per mettere in comunicazione il ducato di Modena con quello di Massa, e fu progettata dall'Abate Domenico Vandelli. Questi era una di quelle tipiche figura dell'erudito dalla cultura enciclopedica, comune nella sua epoca.
Domenico Vandelli, nato a Modena nel 1691 è noto per aver avuto l'intuizione scientifica delle  linee di livello in cartografia, dette isoipsae Vandelli (o linee Vandelli) che sono poi quelle righe concentriche che, sulle cartine topografiche,  danno l'idea dell'altezza delle montagne -  e che qualunque appassionato di trekking guarda con orrore sulle cartine dei sentieri, quando la sera prima progetta la gita.
Il duca Francesco III° D'este, committente della Strada, non chiese poco al povero Abate: doveva unire Modena a Massa, ma senza mai toccare  nè lo Stato Pontificio, nè la Repubblica di Lucca, nè il Granducato di Toscana. Inoltre doveva rispettare il criterio per cui le strade di grande traffico non dovevano mai attraversare centri abitati, essere costruita velocemente, a costi contenuti e richiedere una manutenzione minima....
Tutte cose non da poco, considerando che la zona che la Via attraversa è assai impervia: per primo l'Appennino, e poi le Alpi Apuane, dove, sul monte Tambura, raggiunge i 1634 metri.
Le soluzioni per venire incontro a tutte le richieste del Duca richiesero pendenze pazzesche, come potete vedere da questa panoramica reperita su wikipedia del monte Tambura con la visione della Via Vandelli a zig-zag sui suoi fianchi.
In effetti fu una costruzione assai rapida, perchè iniziò nel 1738 e terminò nel 1751, e considerando i mezzi dell'epoca non è certo cosa da poco!
L'Abate  morì  suicida nel 1754, pare anche per le feroci critiche che la sua opera d'ingegneria ebbe a suo tempo.
Sin dall'inizio vi furono grosse difficoltà a mantenere una strada carrozzabile a quelle altitudini e con quelle pendenze. Quando poi, nel 1859, il Ducato di Modena fu annesso al Regno d'Italia, la strada perse importanza come via di comunicazione, e di conseguenza non più ritenuto necessario mantenerla in efficenza, subendo così un brusco degrado.
Attualmente la via Vandelli, dove ancora esiste, è percorribile a piedi, e solo in parte in MTB. Nella parte modenese è stata in parte ridisegnata dall'Ing. Giardini, ed infatti è conosciuta - e utilizzata - con questo nome.

In Toscana, invece, l'unico tratto "carrozzabile" è quello che ricalca in parte il percorso della SP 71, che conduce a San Pellegrino in Alpe, partendo dal fondovalle a Pieve Fosciana,  e poi al passo delle Radici.

Il percorso è parallelo a quello della SS 324, ma è di soli 17 km contro i 31 della Statale, e percorrendola se ne capisce il motivo: le pendenze sono da panico - arrivano normalmente al 18% e anche di più - e i gomiti delle curve sono strettissimi.

Certo, adesso la percorriamo in moto ( ma con 4 ruote sotto il sedere - magari motrici, magari con un bel differenziale autobloccante nel mezzo - mi sarei sentita meglio) o con l'auto, ed in piena estate;  ma chissà che bello farsela con un carro di legno, trainato da cavalli, magari anche carico di blocchi di marmo, ed ovviamente d'inverno....brrrr....

  Mappa. http://goo.gl/maps/Ffuvp

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