domenica 19 aprile 2015

QUEL CHE NON TI ASPETTI DA MARINA DI PISA

Tante volte le storie le abbiamo sotto gli occhi, ci viviamo vicini e non le conosciamo.
Altre, ci passiamo accanto senza vederle.
Parlare di Marina di Pisa può sembrare banale, ma quanti possono dire di conoscere un po' della sua storia?
Prima di tutto è interessante sapere che la foce dell'Arno è stata spostata artificialmente di 1500 metri in epoca medicea, perchè si pensava che i venti di Libeccio impedissero il regolare deflusso delle acque, allagando Pisa.
All'inizio del XVII secolo qui era tutta palude, malsana e disabitata.
Ma per risarcire un proprietario terriero, al quale erano stati confiscati dei terreni dai Savoia -  per quella che poi sarebbe diventatala Tenuta Reale di San Rossore - furono concessi ampi appezzamenti sulla riva sinistra del fiume Arno.
Questo signore era Gaetano Ceccherini, che è riconosciuto unanimemente come il fondatore di marina di Pisa, perchè nel 1869 costruì uno stabilimento balneare vicino alla dogana del traffico fluviale, attorno alla quale si erano via via affiancate varie casette di pescatori.
Nel 1872 fu varato un piano regolatore, sulla quale è stata basata la costruzione della Marina di Pisa odierna: pianta ortogonale e tre grandi piazze semicircolari.
Per collegarsi alla città, c'era il grande viale dei Platani.
Il viale c'è tutt'ora (dei platani ne sono rimasti ben pochi, e se bisogna pur capire che anche gli alberi invecchiano e muoiono, bisognerebbe anche che le amministrazioni comunali provvedessero a rimpiazzare le piante che devono essere abbattute....) e si chiama viale Gabriele D'Annunzio, in onore di uno dei primi e più famosi bagnanti della zona. 
Fu in queste pinete che il Vate scrisse nel 1899 la celeberrima "Pioggia nel Pineto", e comunque in questa zona scrisse gran parte delle liriche della sua più bella raccolta di poesie, la mitica "Alcyone" che vi invitiamo a leggere.
 E se già vi abbiamo invitato a leggerla - e quindi ci ripetiamo, non possiamo non ammetterlo - è perchè ne vale veramente la pena, credeteci.
A proposito della Pioggia nel Pineto, l'amministrazione comunale di Pisa - di cui Marina è una frazione - risanando la Boccadarno ed il suo porto da un abbandono  su cui poi sprecheremo qualche parola, ha fatto un bel lavoro davvero, scrivendo una delle liriche di Alcyone - non siamo riusciti ad identificare quale - in questo originalissimo modo, sul molo che costeggia il porto.
La passeggiata è davvero gradevole, ben pavimentata e con dei giardini davvero originali.
Dalla parte interna c'è ancora parecchio da fare.
Questa era la zona in cui sorgeva il Cantiere Navali Gallinari, dove venivano costruiti gli idrovolanti su progetto dell'ingegnere tedesco Dornier e da cui, nel 1928, partì la spedizione per la ricerca del capitano Nobile, disperso tra i ghiacci del Polo nord.
i Cantieri diventarono proprietà della Fiat nel 1930, e qui vennero costruiti molti degli aerei da caccia per la Regia Marina nella seconda guerra mondiale.
Nel 1943 vennero requisiti dalle truppe tedesche, e rientrarono in possesso della Fiat alla fine del 1945, che li convertì in fabbrica per la costruzione di autobus.
Nel 1988 gli stabilimenti chiusero definitivamente i battenti, e furono lasciati per decenni nel più completo abbandono.
Adesso sono stati abbattuti, ed è un peccato per chi, come noi è amante dell'archeologia industriale e della storia aereonautica. Ma bisogna rendersi conto che il mondo va avanti, e non tutto può essere conservato; le città hanno sempre ricostruito sulle proprie macerie, e proprio questo le ha fatte crescere ed evolvere.
La città di Pisa ha fatto un bel lavoro con la riqualificazione della zona portuale: sicuramente saprà riutilizzare al meglio anche questa zona, ancora ingombra di rovine.
Sempre in questa zona, quindi vicino agli ex stabilimenti Gallinari, sorge la villetta dove soggiornavano Eleonora Duse e Gabriele D'Annunzio.
E' in condizioni veramente miserevoli: un rudere invaso dall'edera, senza infissi e con il tetto sfasciato.

 Però ha sempre davanti due palme, anche quelle piuttosto malridotte, che testimoniano di fasti passati. Sicuramente alla fine del XIX secolo, la villa era ottimamente situata, vicino alla foce del Fiume Arno e praticamente sulla spiaggia.
Accanto c'è un altro rudere, in condizioni se possibili anche peggiori: la villa di quel Gaetano Ceccherini di cui abbiamo già accennato in precedenza: in pratica il fondatore di Marina di Pisa!
Il fatto che siano circondate da una recinzione di sicurezza, ci fa ben sperare in un intervento futuro.
Molte altre sono le costruzioni Liberty di cui Marina di Pisa è disseminata.
Alcune dimore storiche sono ben conservate, altre hanno subito pesanti rimaneggiamenti.
Ben conservata, ma trasformata in abitazione privata, la vecchia stazioncina della ferrovia elettrica che univa Pisa a Marina, Tirrenia e  Calambrone, soppressa dopo la seconda guerra mondiale.
 Mappa

3 commenti:

  1. grazie per tutto, Però in quella "villetta" (la casa Romboli) pare proprio che D'Annunzio e la Duse non abbiano mai abitato. Abitarono invece nella "casa delle rondini", dove ora ha sedela società del porto; poi a villa Peratoner , piu o meno dove c'è il bar "La rosa dei venti". La Duse abitò a Villa Alba, ora demolita. D'annunzio nella villa Garzella..alla pensione La Perla, alla pensione Ascani. Tutto qui.

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  2. La poesia è La Tenzone, del 1899.
    "O Marina di Pisa, quando folgora
    il solleone!
    Le lodolette cantan su le pratora
    di San Rossore
    e le cicale cantano su i platani
    d’Arno a tenzone.

    Come l’Estate porta l’oro in bocca,
    l’Arno porta il silenzio alla sua foce.
    Tutto il mattino per la dolce landa
    quinci è un cantare e quindi altro cantare;
    tace l’acqua tra l’una e l’altra voce.

    E l’Estate or si china da una banda
    or dall’altra si piega ad ascoltare.
    È lento il fiume, il naviglio è veloce.
    La riva è pura come una ghirlanda.
    Tu ridi tuttavia co’ raggi in bocca,
    come l’Estate a me, come l’Estate!
    Sopra di noi sono le vele bianche
    sopra di noi le vele immacolate.
    Il vento che le tocca
    tocca anche le tue pàlpebre un po’ stanche,
    tocca anche le tue vene delicate;
    e un divino sopor ti persuade,
    fresco ne’ cigli tuoi come rugiade
    in erbe all’albeggiare.
    S’inazzurra il tuo sangue come il mare.
    L’anima tua di pace s’inghirlanda.
    L’Arno porta il silenzio alla sua foce
    come l’Estate porta l’oro in bocca.
    Stormi d’augelli varcano la foce,
    poi tutte l’ali bagnano nel mare!
    Ogni passato mal nell’oblìo cade.
    S’estingue ogni desìo vano e feroce.
    Quel che ieri mi nocque, or non mi nuoce;
    quello che mi toccò, più non mi tocca.
    È paga nel mio cuore ogni dimanda,
    come l’acqua tra l’una e l’altra voce.
    Così discendo al mare;
    così veleggio. E per la dolce landa
    quinci è un cantare e quindi altro cantare.
    Le lodolette cantan su le pratora
    di San Rossore
    e le cicale cantano su i platani
    d’Arno a tenzone."

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    1. da "Alcyone".Quelle poesie vanno lette, sono troppo belle. Grazie Adriana per avercela proposta!!!

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