domenica 31 maggio 2015

DUE GIARDINI GIAPPONESI IN TOSCANA

L'idea di parlare dei giardini giapponesi che ci sono in Toscana ci è venuta dopo che ne abbiamo visto uno in un posto spettacolare, e uno in un posto insospettabile.
A quel che ci risulta non ce ne sono altri in Toscana, ma saremmo lietissimi di essere smentiti.
Siccome ci piace documentarci sulle cose di cui parliamo, abbiamo - a scopo puramente introduttivo - condotto un piccola ricerca in proposito (una ricerca-bonsai, tanto per rimanere in tema, ah ah!)
Ci sono diversi tipi di giardini giapponesi:
il giardino zen secco (karesansui) è composto da pietre e sabbia, e - in quell'ambiente "di vuoto"
 dove la natura è riprodotta in maniera simbolica -  creano un luogo spoglio, adatto perchè la mente  possa meditare.
Il giardino del paesaggio ricreato (shakkei) dove  è riprodotto il paesaggio, con abbondanza di acqua, cascate e piccoli ponti, in modo che si possa entrare in comunione con la natura.
Il giardino della cerimonia del Te', dove un lento percorso ci conduce alla sukyia, la casa del te', e che serve a spezzare i legami con il mondo esterno, per condurci allo stato di meditazione.
Non prendete queste nota per oro colato: questo è il pochissimo che siamo riusciti a reperire di notizie in proposito, ma a noi sono servite per capire che i due giardini che abbiamo visto avevano caratteristiche diverse.

Cominciamo con quello nascosto in un luogo insospettabile.
Esiste infatti un giardino della cerimonia de Te', in un cortile del palazzo pretorio di Certaldo.
Infatti Certaldo è gemellato con la cittadina giapponese di Kanramachi.
Dei due cortili di questo splendido palazzo medioevale, uno è stato trasformato dall'architetto giapponese Hidetoshi Nagasawa.
Il colpo d'occhio è sconvolgente: Certaldo ha la particolarità di essere rimasta intatta nel suo nucleo medioevale, perchè dopo che la sua funzione di roccaforte contro Siena era finita - diventando parte del Granducato di Toscana - era stata praticamente abbandonata dalla popolazione, che aveva trovato più comodo abitare in pianura, vicino alle strade di comunicazione (ma di Certaldo avevamo già parlato ne "I Borghi della Valdelsa" (link)).
La sua via principale pavimentata in cotto, priva di piazza - che nel medioevo non usava - e il suo palazzo dei Priori con  il cortile lastricato, crea un contrasto incredibile con il raffinato spazio del giardino.
Un ciliegio ornamentale è collocato tra alcuni muretti scuri - che rappresentano le mura antiche, e alcune collinette coperte di erba - poco curata, in verità - sono le colline che realmente si vedono, solo che si alzi lo sguardo verso il panorama circostante.

Una piccola strada di pietre ci porta alla piccola casa da te' in legno, dove sono visibili dall'esterno tutti gli oggetti necessari per la cerimonia.

Noi l'abbiamo interpretato così: lo spazio chiuso del palazzo medioevale, paragonato allo spazio aperto dato dallo cerimonia del te'.
E' un vero peccato che non si trovi una riga su questo giardino, che alla biglietteria del museo non ci sia un pieghevole che ne parla, che praticamente nessuno ne sappia niente.
La gente si affaccia al porticato, e si meraviglia di trovare una casina di legno in mezzo al giardino.
Ecco tutto.

L'altro giardino, è a Firenze, ed è maggiormente conosciuto: si colloca all'interno del Giardino delle rose (e di questo ne parliamo a parte, perchè merita un post tutto per sè).
Intanto è sulle pendici del colle dove sorge il Piazzale Michelangelo, e quindi in un contesto paesaggistico da urlo.
E' un giardino karesansui, quindi di pietre, che prevede una cascata a sette livelli  (sogenno-taki) che ha una valenza molto poetica: la prima goccia è raggiunta dal altre gocce, e tutte insieme proseguono verso spazi più ampi - e una pagoda per il te' (fughen-tei)
Il giardino è   stato progettato dall'architetto giapponese Yasuo Kitayama,  -  donato dalla città di Kyoto, che è gemellata con Firenze - ed è stato inaugurato nel 1998, poi ampliato e arricchito nel 2012.

Tutti i  materiali - pietre, legno, piante, le lanterne in pietra - vengono tutti dal Giappone, e anche il personale che, seguendo le direttive dell'architetto, ha effettuato tutto il lavoro, veniva dal paese del sol levante.
Ma sedendosi all'interno della fughen-tei, posando i piedi su un significativo pavimento in lastre di ardesia e cotto (Kyoto e Firenze...) si può ammirare una Firenze in tutto simile a quella che i turisti impazziti, fotografano solo pochi metri sopra le nostre teste, eppure più vera, più domestica, più "città da abitare". 
La strana sensazione che abbiamo provato,  ci è sembrato molto affine al pensiero giapponese, dove  la religione buddista insegna a vedere le cose sotto un punto di vista più intimo, forse più dimesso, e ad apprezzare le piccole cose.
Forse è proprio questo lo spirito di un giardino giapponese in un luogo così particolare come è questo: guardare nel proprio intimo, nonostante il paesaggio circostante sia così attraente, senza lasciarsi distrarre da uno dei paesaggi più belli e noti del mondo.


Mappa




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