domenica 2 aprile 2017

SELVA DI SOGNO

Non è un luogo, quello che si chiama così.
E' una mostra personale di un non-scultore, realizzata all'interno di un bosco, vicino (si fa per dire...) a Colle Val D'Elsa.
Che vuol dire "non- scultore"?
Vuol dire che non aggredisce la pietra, modificandone la struttura per trovare,
dentro di essa, la raffigurazione che si trova nella propria mente.
E nemmeno assembla vari materiali, unendoli con colla, malta o cemento.
Realizza le sue opere rispettando la materia, cercandola attentamente, studiando gli abbinamenti di materiali e colori.
Come detto, i materiali sono semplicemente impilati l'uno sull'altro, con la sola assistenza della forza di gravità.

Si tratta si pietra, legno, scarti di vetreria, come in questa opera che si intitola "transparencity"

oppure scarti di marmo, o scarti di una fabbrica di cotto, come per queste meravigliose "fiamme".

Ma non mancano i materiali più umili, come questa collezione di ex guanti da lavoro, a raffigurare il lavoro manuale.

Al centro, esiste un'area di "gioco", dove si può liberamente creare con le proprie mani, quello che la fantasia ci suggerisce, oppure avvalendosi dell'ispirazione, che abbiamo tratto dalla vista delle opere.
Un laghetto nella parte più bassa, sarebbe coperto di ninfee, se ci trovassimo nella stagione giusta.
Vicino ad alcune opere, oppure in punti da cui si può vedere il panorama, o anche semplicemente in luoghi che l'artista ha considerato come significativi, esistono delle aree in cui ci si può sedere oppure sdraiare, ed in cui dei piccoli cartelli - scritti in tre lingue - ci invitano a fare una piccola sosta, per lasciare andare le preoccupazioni e le noie di ogni giorno, per meditare e godere del silenzio.
Seguendo le indicazioni dell'artista, si capisce perchè abbia chiamato questo posto "selva di sogno".
Ci sono le raffigurazioni fisiche dei suoi sogni, come succede sempre con l'arte, ma si può trovare anche la propria dimensione del sogno, lasciandosi andare a queste piccole meditazioni, a questo perdersi in una selva - non troppo - oscura.
Dopodichè si può ammirare il "giardino dei colori" dove sono allestiti degli splendidi mandala, dai colori magnifici sì, ma del tutto naturali.

Qui non esistono sassi colorati artificialmente, solo i colori prodotti dalla natura, e assemblati in modo da formare dei mandala o dei quadri astratti, realizzati con il magistrale accostamento delle forme e dei colori.
Conoscere l'artista è poi un passo fondamentale.
Non si può capire il senso di questa operazione, se non si scambiano due parole con il Sig. Manfredo, e non si vedono suoi occhi sognanti ed il suo viso sereno, quello di chi ha afferrato il senso della vita, vivendo nel luogo che ama e facendo quello lo rende felice.
E questa è la migliore meditazione che poteva invitarci a fare.


Mappa

Nessun commento:

Posta un commento